Gli anni dei CONTESTI e dei PALINSESTI 1978-87

Città delle stratificazioni e della storia

Nel 1978 viene eletto Papa Karol Wojtyla che porta all’accelerazione della crisi del blocco dell’est europeo e viene rapito e assassinato Aldo Moro.

Negli anni 80 si arriva al principio che la città non si può estendere all’infinito, che le risorse sono limitate quindi vanno usate con parsimonia.

Il contesto diventa la parola chiave, l’architetto si deve confrontare con il contesto.

Contesto indicato come LUOGO quindi proprio il sito dove si vuole posizionare l’opera o come QUADRO SOCIALE per la tipologia di persone che lo frequentano.

La città storica diventa quindi un luogo di fondamentale interesse, quindi quale città meglio di Roma che è il centro della stratificazione storica.

Nel 1978 Giulio Carlo Argan allora sindaco di Roma ospitata ai Mercati traianei la mostra ROMA INTERROTTA che verrà in seguito pubblicata su “ARCHITECTURAL DESIGN” e che segnerà una tappa importante per la storia dell’architettura.

Dodici architetti contemporanei di grande fama vengono invitati alla mostra, ad ognuno viene assegnato un settore della pianta del Nolli del 1748 che deve essere reinterpretata secondo la cultura architettonica e urbana di ciascuno.

La riflessione degli architetti deve essere su Roma come simbolo vivente di una “città della storia” che si è costruita per stratificazioni. Lo spazio è saturo quindi si tende a fare delle operazioni di ricucitura tra preesistente e nuovo.

La pianta del 1748 non è solo la prima rappresentazione scientifica della città ma anche quella che mette in luce alcuni temi propri di Roma.

La rappresentazione mette in luce la capacità di creare spazi urbani, gli edifici creano grandi e piccoli vuoti, quelli sono i vuoti più pieni di significato che la storia avesse creato, gli edifici più importanti vengono rappresentati semplicemente con la pianta delle strutture per dare reale potenza all’architettura.

Zaha Hadid è un architetto iracheno che ha avuto la sua formazione a Londra presso la Architectural Association, una delle più importante donne architetto del novecento.

Secondo l’architetto Hadid il contesto in cui collocare un intervento è la chiave del periodo in esame.

Prima di lei in molti danno un interpretazione alla parola contesto tra questi alcuni che hanno fortemente influenzato il suo pensiero.

Charles Jencks usa il termine “POST-MODERN” e dice che bisogna progettare in un modo che comprenda le suggestioni dell’ambiente circostante.

Peter Eisenman si avvicina al tema con una modalità “CONCETTUALE”

Frank Gehry ha un rapporto materico da esploratore e lo chiama “CHEAPSCAPE”

Per la Hadid invece il contesto è esattamente il paesaggio.

Zaha Hadid per la sua visione è associabile al grande pittore Paul Klee che sosteneva che le strutture formative di un dipinto sono unitarie, la variazione delle forme e dei colori anche se differenti sono tutte ricavate da un’unica tessitura.

Per la Hadid il disegnare e il dipingere sono degli atti strutturanti di un pensiero progettuale.

Con il progetto The Peak ad Hong Kong affronta il tema del rapporto tra contesto e architettura avvalendosi del concetto di tessitura e quindi del rapporto dell’architettura con il suolo.

Il progetto è il risultato dell’interazione tra le parti, in cui il movimento delle varie parti le confonde le une con le altre sfumando i contorni e creando così una tessitura d’ insieme.

L’architettura si propone così come nuova naturalità in cui paesaggio, natura e costruito creano una nuova idea dell’architettura.

Hadid è fortemente attratta dalle forze dinamiche e veloci delle costruzioni, la sua è un architettura che propone un’idea dinamica e veloce del paesaggio.

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